Santa Cruz de la Sierra e le missioni gesuite (San Jose de Chiquitos, San Rafael de Velasco, San Ignacio de Velasco, Concepcion e San Javier de Velasco)

Santa Cruz de la Sierra e le missioni gesuite (San Jose de Chiquitos, San Rafael de Velasco, San Ignacio de Velasco, Concepcion e San Javier de Velasco)

29 Maggio 2017 – 4 Giugno 2017

Arriviamo a Santa Cruz in una uggiosa, fredda e strana giornata.
Santa Cruz, è la più grande città della Bolivia ed anche la più moderna.
Fu fondata, infatti, dai Gesuiti nel 1700 e le sue attuali dimensioni sono dovute dal boom economico degli anni 50 che la fecero appunto crescere esponenzialmente. La città mantiene comunque le tipiche caratteristiche coloniali: una piazza centrale in cui è presente la chiesa principale e da cui si sviluppa lentamente la grande metropoli. Dopo alcuni giorni passati a riposare (Lorenzo è stato colpito da influenza, nonché meglio conosciuta come virus mortale)

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ci dirigiamo verso le antiche missioni gesuite, anche chiamate “riducion”.
Anticamente questi paesini, chiamati missioni perché fondate dall’ordine dei gesuiti, servivano per divulgare la religione cattolica ai nativi, garantendogli anche una sorta di libertà. Infatti, sono situate nel cuore della Bolivia (così come anche in Argentina, Paraguay e Brasile) in luoghi molto remoti.
In queste missioni, i gesuiti insegnavano ai nativi alcuni lavori e alcune arti, come la costruzione di violini, e garantivano a loro protezione dalla schiavitù (nei possedimenti Portoghesi) o dalle temibili “encomiendas” (simile alla schiavitù nei possedimenti Spagnoli). Ovviamente la prosperità ed il funzionamento di questi luoghi non fece altro che attirare l’avidità dei potenti regni vicini causando l’espulsione dei gesuiti e la fine delle stesse missioni.
Decidiamo di ripercorre questo circuito iniziando dalla prima missione di San Jose de Chiquitos, dove arriviamo dopo un bel e lungo viaggio sul treno (i controlli in questo caso sono molto serrati, quindi bisogna fare attenzione).

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Una volta scesi la prima impressione fu: siamo arrivati nel vecchio West! La città è caratterizzata dalla classica vecchia stazione ferroviaria ed un lungo viale che porta alla piazza centrale di forma quadrata dove si trova anche la bella chiesa gesuita.

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Il giorno seguente, dopo un breve giro della cittadina ripartiamo per la seconda missione.
Dopo aver preso un moto taxi ed un trufis arriviamo in 4 ore nella sperduta San Rafael de Velasco.

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Passiamo una notte in questa piccola cittadina di sole 7000 persone ed il giorno seguente cerchiamo un trasporto verso la terza missione: San Ignacio. Purtroppo il sistema di trasporti è alquanto precario, pertanto dopo aver constatato l’assenza di posti nel bus, decidiamo di posizionarci lungo la strada principale e fare l’autostop. La fortuna ci sorride, ed un camionista diretto verso il confine Brasiliano ci carica fino alla nostra meta.
San Ignacio è la città più grande delle missioni (50000 persone), più o meno come Imola. Dopo aver trovato una sistemazione economica ci dirigiamo alla scoperta della città. Purtroppo la chiesa è una copia ben fatta dell’originale che fu distrutta negli anni 50 e poi ricostruita in seguito. Constatiamo che la città è piena di brasiliani, la vicinanza al confine è sorprendente ed è sicuramente la città che possiede maggiori infrastrutture. In questa zona delle missioni le strade sono ancora in terra battuta ed al calar del sole il colore rosso del suolo si confonde con quello del cielo dipingendo l’area di un rosso infuocato.

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La seguente città sul nostro cammino è Concepcion, e dopo alcune ore di viaggio arriviamo in questa cittadina di soli 20000 persone. Dopo aver assistito alla magra figura della Juventus, ci dedichiamo alla visita della cittadina, ed alla sera ci intratteniamo nel classico ritrovo boliviano: chiacchiere, birra e condivisione di idee. A tal proposito, incontriamo un signore con pensieri altamente discutibili (diciamo anche nazisti), ma la Bolivia è anche questo. In questa zona è anche presente una grande comunità di menoniti, che mantengono ancora lingua e costumi delle loro zone di appartenenza e rendono la città davvero suggestiva.

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Il giorno seguente concludiamo con l’ultima missione: San Javier.
San Javier è la prima missione fondata dai gesuiti.

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Passiamo qui la giornata per poi intraprendere il lungo viaggio di ritorno verso Santa Cruz, dalla quale proseguiremo verso Samaipata, città dal clima mite.

Santa Cruz de la Sierra e le missioni gesuite (San Jose de Chiquitos, San Rafael de Velasco, San Ignacio de Velasco, Concepcion e San Javier de Velasco)ultima modifica: 2017-08-01T14:42:59+02:00da lorenzelis
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2 pensieri su “Santa Cruz de la Sierra e le missioni gesuite (San Jose de Chiquitos, San Rafael de Velasco, San Ignacio de Velasco, Concepcion e San Javier de Velasco)

  1. Grazie per il racconto, le vostre foto sono molto belle ed espressive.
    Come siete arrivati a SAn Javier ? non si capisce dal racconto. E se posso chioederlo; come siete arrivatio a santa Cruz dall’Italia ?
    Grazie e buon prossimo viaggio.

    • Ciao Marco! scusa per l’attesa nel rispondere, ma non abbiamo incontrato internet per molti giorni. Per quanto riguarda il come siamo arrivati a Santa Cruz, noi in realtá siamo partiti dalla Colombia e siamo scesi in autobus fino alla Bolivia. Ci sono comunque voli che collegano quotidianamente l’europa a Santa Cruz (aeroporto Viru Viru). per arrivare a San Javier, abbiamo preso un treno diretto a San Jose, dal quale partono autobus locali che raggiungono tutte le missioni a prezzi veramente bassi. Conviene partire da San Jose e percorrere il circolo delle missioni gesuite in senso antiorario perchè i mezzi sono piú frequenti. Ricordati sempre di contrattare e se ti fidi a volte puoi anche fare l’autostop. grazie e continua a seguirci 🙂

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